In ordine rigorosamente alfabetico, ecco la seconda metà dei 16 espositori che hanno attirato la mia attenzione all’ultima edizione di Operae: Independent Design Festival.
Less is Home
Esagoni di cemento: aggiungo altro solo per chi non mi conosce e per rendere merito al design di Less is Home. Desiree e Claudio sono fratello e sorella e hanno una faccia simpatica. Sul sito si definiscono così: lei con “una pericolosa tendenza al fai da te”, e lui che “unisce la sua passione per il design senza tempo con l’attività artigianale.”
E poi se sei così giovane e hai il coraggio di parafrasare Mies Van der Rohe ed essere pure super coerente sei un mito. Per me è: sì.
Livia Polidoro
Italiana che lavora a Berlino, Livia Polidoro ha disegnato 1989, una serie di tazzine di porcellana ispirate alla storia recente della città in cui vive: ogni tazzina è tagliata a mano e reincollata, per ricordare la frattura che Berlino e la Germania intera hanno sofferto per anni. Il risultato è di una delicatezza estrema.
L’oggetto perfetto per festeggiare il prossimo 9 novembre il 25simo anniversario della caduta del muro.
Micromacro
Micromacro è un progetto italiano nato a Pechino: ispirazioni orientali per le Chinese plot, lampade ricoperte di tessuto stampato con motivi tipici cinesi, come quelli che rappresentano fenici e peonie e per i paravento di metallo.
Mnmur
Una conferma, anno dopo anno, una formula convincente che coniuga artigianato contemporaneo e materiali riciclati. Credo che Mnmur sia stato uno dei primi marchi di accessori ricavati dal riciclo di camere d’aria da bicicletta: da quel momento in poi c’è stata un’esplosione del fenomeno (tanti, anche in città hanno provato ad imitarli), ma i loro prodotti restano i miei preferiti.
More than One
Una giapponese e un inglese che si sono entrambi formati a Londra in decenni differenti e che hanno poi aperto insieme uno studio di progettazione a Milano, More than One. Ad Operae hanno portato Eclipse, un set di due ciotole per la frutta in acciaio che possono combinarsi in diversi modi, o restare indipendenti, e Kosmos, contenitore sferico a bande di acciaio semplicemente meraviglioso, che può essere trasformato anche in lampada.
Mr. Nico
Mr. Nico è una collezione di gioielli di legno tagliati al laser e rifiniti in modo artigianale. Ti basta?
Dovrebbe, ma aggiungo qualche dettaglio: il legno è scelto accuratamente e proviene esclusivamente da coltivazione gestite in modo ecologico. E hai notato il packaging? Bellissimo e realizzato utilizzando quello che sarebbe stato lo scarto di produzione. Insomma, un progetto giovane, bello, curato e attento.
E sì, pieno di triangoli.
Nina and other little things
Eloise Morandi ha sviluppato un’intera linea di oggetti di cartoleria poetici a partire dalle sue illustrazioni che ritraggono Nina, un personaggio dolcissimo che ricorda un po’ cappuccetto rosso. La qualità degli oggetti è alta, si vede subito. I flipbook sono una fissa per me e il calendario antistress è semplicemente geniale. Quando vedrai la lampada pop-up rischierai lo svenimento, per quanto è bella. Non dico troppo, perché vale davvero la pena di navigare sul sito, dove ti consiglio di non perderti la sezione video.
“Nina exists only if you see her, and not everyone can”
Tonki
Un’idea semplice: tonki permette di stampare le proprie foto di Instagram per arredare una parete di casa. Un design ancora più semplice e proprio per questo d’impatto, perché c’è ma non risulta protagonista. E poi la storia che sta alla base dell’idea di Ruggero è così romantica da fare la differenza…
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