In questo momento difficile io e Marco restiamo positivi viaggiando senza uscire di casa e cucinando le ricette che abbiamo imparato in giro per il mondo.
Negli ultimi anni siamo stati in Albania e in Cina, in Colombia e in Vietnam, in Marocco e in Perù, e in tanti altri paesi: ogni volta abbiamo trovato il tempo per frequentare un corso di cucina e portarci a casa nuove ispirazioni per la cucina.
Cercare di coltivare le proprie passioni anche in questo periodo così difficile non sarà certo una cura, ma aiuta a sentirsi vivi, a nutrire la mente e coltivare la memoria, in attesa di avere finalmente occasioni per formare tanti ricordi, nuovi di zecca.
E così, come tanti di questi tempi, stiamo sperimentando molto più del solito: nel weekend non ci facciamo mai mancare la pizza, ma soprattutto proviamo ogni volta ricette nuove e abbinamento inconsueti per noi.
Comfort food: baklava di noci
Una paio di settimane fa abbiamo preparato i baklava e imparato (addirittura) a fare la pasta fillo. Poi ci siamo ritagliati un momento di relax sul terrazzo, abbiamo allestito in modo semplice ma curato la tavola e abbiamo condiviso un piattino con due forchette Sambonet, come piace tanto a noi.
Si tratta di forchettine da dolce tailor-made, cioè che ho fatto personalizzare con un piccolo asterisco: si tratta di un servizio che Sambonet offre ai suoi clienti, si può scegliere di incidere anche una data o le proprie iniziali, magari per ricordare un evento speciale.
Tornando ai baklava, ci siamo gustati ogni singolo morso, ricordando tanti aneddoti dei nostri viaggi: quel giorno che ci siamo quasi persi sulle strade di montagna in Marocco, in una delle nostre tragicomiche avventure di viaggio; la pasticceria di Istanbul, dove centinaia di dolcini con noci, pistacchi e mandorle erano esposti come gioielli in vetrina e scegliere sembrava impossibile; i baklava nella vaschetta da asporto che portavamo sulle spiagge deserte dell’Albania lo scorso settembre; ma anche la nostra Torino, con le cene improvvisate da Demir, che definire kebabbaro sarebbe davvero davvero riduttivo.
Cucinare può essere un modo per evadere, per ripercorrere con la memoria (e con il gusto) i viaggi passati, intanto che attendiamo di poter ripartire.
Noi abbiamo fatto la pasta fillo a mano (seguendo una ricetta su youtube) ma si può trovare anche già fatta, al supermercato. Se te lo stai chiedendo, no, la pasta sfoglia è proprio un’altra cosa, non va bene per fare i baklava.
La realizzazione è semplice, anche se non sembra: basta posizionare 4 fogli di pasta fillo grandi come la teglia uno sull’altro, quindi spennellare con burro fuso chiarificato; mettere altri 4 foglie e burro, fino a circa metà altezza della teglia; quindi fare uno strato generoso di granella di noci (o pistacchi, che sono ancora più buoni a mio parere, ma non ne avevo in casa) e coprire con altri strati di pasta alternati a burro. Ovviamente si possono fare anche più strati di noci, ma non esagerare!
Il trucco è poi quello di tagliare con un coltello ben affilato il dolce prima di infornarlo e mettere ancora un po’ di burro fuso lungo le linee di taglio.
I baklava dovranno cuocere 30-40 minuti, finché sono ben dorati. Intanto avrai tempo per preparare uno sciroppo fatto con acqua e zucchero (non miele! E attenzione a non farlo caramellare) e aromatizzarlo eventualmente con cardamomo, foglie di mirto e petali di rosa – come ho fatto io. Versa lo sciroppo sul baklava appena sfornato e lascia raffreddare.
Un brunch vitaminico
Lo scorso weekend ci siamo impegnati ancora di più e abbiamo preparato un brunch domenicale, un po’ ispirato ai viaggi, un po’ frutto della nostra fantasia,scegliendo attentamente ogni ingrediente, cucinando tante cose sfiziose ma senza esagerare nelle quantità, preparando con cura ogni piattino. Tutto questo è stato davvero rigenerante.
Stavolta abbiamo apparecchiato la tavola, con i piattini di Ilaria Innocenti, i bicchieri di design di Ferm Living, le tovagliette serigrafate a mano dalla mia amica Valeria di Volcanic Dream: la ciliegina sulla torta? Ovviamente le posate Sambonet della collezione Rock, che – devo ammetterlo – sono il mio primo vero servizio e sono bellissime! Anche in questo caso ho scelto quelle con finitura pvd color champagne, perché amo questo tocco dorato ma desaturato, mi pare che sia perfetto sulla mia tavola informale, ma me lo immagino benissimo anche in una mise en place elegante e più sofisticata.
Ecco cosa abbiamo preparato:
- involtini primavera, ripieni di carote, porro e spinaci freschi, li abbiamo mangiati crudi, ma avremmo anche potuto friggerli! Le sfoglie di amido di riso si trovano nei negozi etnici e anche in qualche supermercato ben fornito;
- un delizioso guacamole, schiacciando un avocado maturo con succo di limone e mescolandolo a piccoli peperoni dolcissimi, pomodorini e cipollotto fresco;
- toast di zucca tagliata sottile e scottata in padella, fette di avocado e chips di cavolo kale: le chips si preparano in un attimo (e si possono fare anche con il cavolo nero), basta pulire e asciugare bene le foglie, condirle con olio e sale e infornare in forno ventilato a 180° per 10 minuti;
- insalata di spinacino fresco, mirtilli e ravanelli;
- crackers di fiocchi di avena fatti in casa: basta impastarli con un po’ d’acqua, in modo che l’assorbano tutta, condire con olio, erbette aromatiche e semi vari, quindi infornare a 180° per 15-20 minuti.
Abbiamo bevuto succo di guayaba, facile da trovare qui in Spagna, ma mi pare di averlo visto spesso anche in Italia: ci ricorda tantissime colazioni di viaggio, in Asia e in Sud America, è ottimo, e dolcissimo. Si può anche diluire in acqua, per realizzare una fresca bevanda zuccherata, a cui aggiungere magari una fetta di limone.