Ieri sono stata all’anteprima stampa di Operae, il festival del design indipendente che da 7 anni si svolge a Torino (e che ovviamente è tra gli eventi segnalati nel mio post 10 cose da fare a Torino durante la settimana delle arti contemporanee 2016): il tema è Designing the Future e pare che tutti i designer l’abbiano accolto con entusiasmo, la curatela di Annalisa Rosso e la location, sulla scia dell’anno scorso, è di nuovo in un palazzo storico del centro città, Palazzo Cisterna in via Maria Vittoria. Gli spazi però sono più grandi quest’anno e l’offerta si è allargata, lasciando una buona porzione dell’allestimento alle gallerie, che hanno partecipato attivamente anche al progetto Piemonte Handmade.
Questo post è un po’ un fuori programma, ma ho pensato che nel weekend le sale di Operae saranno molto affollate e quindi una micro guida ai designer da non perdere poteva essere utile – in rigoroso ordine di allestimento.
Stories of Italy di Matilde Antonacci e Dario Buratto
Oggetti di design autoprodotti in vetro soffiato di Murano e marmo di Carrara: il filo conduttore del progetto è l’immenso patrimonio archeologico, storico e culturale dell’Italia: senza nostalgia per la tradizione, oggetti di uso comune vengono rielaborati in modo attuale.
Insomnia di Charlotte Jonckheer e Nel Verbeke
In collaborazione con Verilin, azeinda belga leader per la produzione di tessuti di lino, il duo di designer ha progettato una biancheria da letto in grado di interagire con i sensi, per raccontare tre tipi di insonnie: romantica, esistenziale o annichilente.
charlottejonckheer.com | nelverbeke.com
Produzione onirica di Sara Ricciardi
Oggetti decorativi ad alto valore poetico, una collezione di sculture che possono ospitare i propri feticci: nell’allestimento di Operae, le piante secche raccolte da Sara e divenuti veri e propri oggetti di affezione per lei.
Camere Olfattive di Astrid Luglio
Un oggetto in vetro progettato per degustare cibi e liquidi: la forma amplifica la percezione olfattiva, arricchendo quindi l’esperienza di chi lo usa.
TuttoSesto di Davide Aquini
Ancora una volta Aquini prende ispirazione dal passato per realizzare oggetti super contemporanei: una collezione di tavolini in travertino che assomigliano ad architetture in miniatura, arricchite dal contrasto tra il colore della pietra e un intramontabile blu Klein.
Papalina di Kanz Architetti
Una lampada da soffitto o da tavolo in vetro borosilicato lavorato, satinato e colorato a mano: il progetto nasce dalla scomposizione e ricomposizione di forme geometriche pure e raggiunge un risultato miminale e allo stesso tempo molto decorativo, grazie alla semplice aggiunta del colore.
Uthopia as Metod di Dozen
Triangoli della creatività e triangoli della visione, a metà tra decorazioni super minimali e oggetti esoterici, e tutta una serie di portafortuna dorati: tutti i prodotti sono in edizione limitata e realizzati in collaborazione con CO-MO-CO, collettivo di legname d’avanguardia.
Lava i tuoi peccati di Millim Studio
Una collezione di saponette nere che rappresentano i peccati capitali: lavarsi le mani diventa un gesto liberatorio, perché così facendo il peccato si consuma, letteralmente.
A Piece of Land di Studio Thomas Vailly
Un progetto ispirato ai giardini privati della famiglia reale olandese: una serie di espositori per piante composti da reti metalliche verniciate a polvere, piegate e combinate con vasi di terracotta standard.
Giulia Tomasello
Fresca di diploma alla Central Saint Martins, Giulia torna per pochi giorni in Italia per presentare il suo progetto di tesi: un kit per le donne, dotato di un elemento di gelatina a base di agar, progettato per essere indossato come un assorbente, sul quale si sviluppano batteri che aiutano a mantenere l’equilibrio della flora vaginale, permettendo quindi di prevenire e curare infezioni come la Candida.
Dora di MARCA
Il quarto progetto del marchio della Camera di Commercio di Torino nasce dalla collaborazione di Maria De Ambrogio e Stella Tosco, di serienumerica con Maurizio Battilossi, esperto di tappeti d’arredo: “due teli accoppiati di orbace in lana naturale, tipico tessuto della Sardegna, realizzati su telai Jacquard semi-manuali su cui viene creata un’immagine astratta dipinta a mano, secondo il disegno originale delle due designer, da esperti artigiani con grande perizia e cura del dettaglio.”
PICCOLA NOTA: i progetti sono 11 e non 10, me ne sono accorta dopo quasi 24 ore!