Borametz è una rivista autoprodotta di fumetto ed illustrazione creata da Alessandro Coccorullo, Lorenza Langella e Francesca Veglio, rilegata a mano: ancora per 7 giorni è possibile partecipare al finanziamento del progetto su Kickstarter.
Mi è piaciuto subito il nome scelto, Borametz, che fa riferimento ad una pianta mitologica che si riteneva in grado di produrre agnelli come suoi frutti. La pagina di Wikipedia è decisamente affascinante.
E questa è la citazione dal Manuale di zoologia fantastica (1969) di Jorge Luis Borges:
L’agnello vegetale di Tartaria, detto anche Borametz è una pianta che ha forma di agnello, coperta di lanugine dorata. Cresce su quattro o cinque radici; le altre piante le muoiono intorno, ed essa si mantiene rigogliosa; a tagliarla, n’esce un succo sanguigno. I lupi si compiacciono di divorarla.
Ho scambiato allora qualche email con Francesca, che ha risposto ad alcune mie domande.
Ciao Francesca, come e quando nasce l’idea di Borametz?
La nostra idea nasce l’anno scorso a maggio e si concretizza nell’estate.
Siamo tre ragazzi dell’Accademia: Lorenza ed Alessandro quest’anno hanno deciso di smettere continuando a disegnare per conto loro, mentre io tutt’ora frequento.
L’idea è partita da Alessandro e Lorenza e di conseguenza sono stata coinvolta con molto piacere, credo per affinità di intenti.
Cosa vi ha spinto a voler sperimentare con una pubblicazione periodica, di cui sta per uscire il numero zero?
Non abbiamo molte pretese e ancora puntiamo a non uscire totalmente allo scoperto, la nostra è una sfida, un pretesto per fare, un sentiero di continui cambiamenti e miglioramenti, un terreno di “studio comunitario” e arricchimento reciproco per poter affrontare in modo il più possibile consapevole e professionale il mondo dell’editoria. Una prova, per capire e capirci, per provare e darci da fare.
Avete scelto di rilegare a mano ogni copia che sarà stampata?
Sì, abbiamo deciso di rilegare a mano (con rilegatura giapponese) perché abbiamo una cinquantina di pagine da proporre e perché ci teniamo a sfornare un oggetto di valore, che sia piacevole da tenere in mano e che sia bello da guardare. Siamo molto soddisfatti del formato scelto (23×26 cm) e della carta (sorpresa!).
Quali tecniche avete usato in questo numero zero?
Francesca ha usato il monotipo, Lorenza il digitale e Alessandro l’olio su carta.
Ma siamo in continua sperimentazione e studio, lavoriamo con matita, china, olio, acrilico, incisione calcografica, xilografia.
Alessandro e Lorenza lavorano anche per dei cortometraggi animati, a cui io partecipo dal punto di vista musicale: chissà magari da allegare a futuri altri numeri di Borametz!
In bocca al lupo!