Ho una passione sfrenata per il gusto neogotico e moresco che nell’Ottocento era tanto in auge. All’università ho dato un intero esame sulla letteratura dell’epoca, leggendo pagine e pagine di romanzi gotici che oggi potrebbero essere considerati divertenti fiabe per bambini, o al massimo letture da adolescenti alla ricerca di racconti un po’ noir.
Poi qualche anno fa l’incontro con i Racconti dell’Alhambra di Washington Irving, nella versione economica venduta ad ogni angolo di Granada. L’ho divorato, e mi sono trovata così a sognare di essere in compagnia di questo signore americano benestante, che intorno al 1830 si poteva permettere il lusso di viaggiare in Europa e vivere per anni in Spagna, addirittura dentro l’Alhambra, effettuare ricerche approfondite e scrivere questa raccolta di racconti, a cavallo tra ricostruzione storica e leggenda.
Lo stesso spirito che deve avere animato Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che negli stessi anni iniziò la lunga costruzione del Castello di Sammezzano, nei dintorni di Firenze.
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Ed oggi, dopo essere stato per molti anni un albergo di lusso, il castello giace nel quasi totale abbandono, fatta eccezione per le rare occasioni in cui i volontari stessi hanno avuto in passato la possibilità di effettuare visite guidate, talmente richieste da mandare in tilt i server utilizzati dalla piattaforma di prenotazione.
Il castello sarà a breve (ri)messo all’asta, dopo due appuntamenti andati a vuoto: il rischio è duplice, perché se non intervengono le istituzioni, il castello potrebbe essere acquisito da un’impresa alberghiera, che non permetterebbe più la fruizione da parte del pubblico, o, peggio ancora, non essere acquistato da nessuno e andare così incontro a un degrado inarrestabile.
Da qualche mese alcuni volenterosi appassionati (trovi i loro nomi e i loro profili qui) hanno perciò organizzato una raccolta firme per garantire una destinazione museale al castello, come è giusto che sia per un complesso architettonico così imponente, che racconta la storia di un determinato periodo del gusto europeo grazie ai suoi 16 edifici riccamente decorati e al grande giardino in cui sono state piantate anche alcune sequoie secolari.
Io sogno di visitarla tra qualche anno, magari in occasione della fine dei lavori di ristrutturazione che saranno in ogni caso necessari. E sono sicura che anche tu, dopo che avrai visto le bellissime fotografie degli interni sarai della stessa idea.
E allora c’è solo una cosa che intanto puoi fare:
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Le fotografie sono tutte di Eleonora Costi, in arte Ell, giovane psicologa e fotografa di Milano, che si occupa da tempo di Urban Exploration, con il progetto: Abandoned H. Ell, che racconta attraverso la fotografia i luoghi abbandonati, tra cui proprio il castello di Sammezzano, oltre a ville, asili, hotel, discoteche, conventi.
Ho girato mezza Italia alla ricerca di luoghi carichi di storie e vite vissute, lasciati nell’oblio al dominio della polvere: da case ancora arredate con grandi saloni affrescati ad ex ospedali psichiatrici, da chiese e preventori fino a collegi e monasteri. Un progetto fotografico che , tramite le mie immagini, spero trasmetta in chi le guarda sensazioni di meraviglia ,stupore e turbamento e sensibilizzi tutti per salvaguardare queste meraviglie.
Trovi tutte le foto del progetto sul suo sito > eleonoracosti.com