L’autunno è iniziato bene: dal 10 al 12 ottobre si è svolta a Torino la quinta edizione di Operae: Independent Design Festival. Nata come mostra mercato del design autoprodotto, nella prima edizione (2010) era divisa in tre piccole sezioni nel centro città e si svolgeva nella congestionata settimana di Artissima, la fiera di arte contemporanea. Già nel 2010 la selezione degli espositori era di ottima qualità ed ogni anno è stata una conferma.
L’intento di portare i designer indipendenti in mostra con i loro lavori prodotti in edizioni (per forza di cose) limitate, se non addirittura in pezzi unici, non è cambiato: piuttosto, accanto al tema principale, si sono affiancate iniziative coerenti.
Quest’anno la location era davvero grandiosa: Torino Esposizioni è un luogo un po’ dimenticato della città, spesso citato dai quotidiani in relazione ad ambizioni progetti di qualche istituzione museale o università; progetti poi puntualmente abbandonati.
È quindi apprezzabile lo sforzo di allestire Operae in questo luogo enorme e bellissimo, progettato da Pier Luigi Nervi, sebbene non tutte le sezioni abbiano tratto beneficio dalle dimensioni dello spazio: all’ingresso, lo spazio di Fruit – Self publishing exhibition era troppo grande per i pochi banchetti e i poster, appesi sulla parete di fondo, si perdevano. Un peccato, vista anche la qualità dei lavori e delle proposte di editoria indipendente che erano presenti.
È stato invece davvero azzeccato l’allestimento della sezione Piemonte Handmade: “20 imprese artigiane. 20 testimoni del know-how piemontese. 20 storie di passione, ricerca, tecnica e saper fare”, a cui anche il catalogo di Operae dedicato uno spazio notevole.
Era qui possibile sbirciare nei laboratori di alcuni degli artigiani più interessanti dell’area torinese, attraverso una fotografia di grandi dimensioni del titolare nel suo ambiente di lavoro e una serie di oggetti del mestiere presentati su bassi tavoli. Ci sono vecchie conoscenze: Alberto Tallone Editore, che stampa libri magnifici, con un proprio carattere inciso a mano, su pregiate carte di cotone. Andrea Bouquet, che nella sua Piccola Falegnameria recupera mobili delle valli di montagna per dar loro una nuova vita e che secondo me è davvero un moderno Geppetto, quando dice: “A volte passi giorni a guardare un pezzo di legno in cerca di una vita per lui. Ti metti in testa di farne qualcosa e puoi.” La Bottega Fagnola, una legatoria che crea lavori di alta qualità, un’altra impresa artigiana in cui la passione e la conoscenza sono tramandate di padre in figlia. L’Arazzeria Scassa, su cui ho scritto la mia tesi di laurea triennale, e per la quale nutro un affetto particolare: Ugo Scassa porta ancora avanti l’attività ma è preoccupato per il futuro dell’impresa. Sarebbe davvero un peccato se, dopo di lui, il laboratorio-museo dovesse chiudere.
Nella sezione ci sono poi realtà che non conoscevo, come Adeglas, che in pieno centro città si occupa di lavorazione di policarbonati (plexiglas); l’Antica Fabbrica MV1843, che produce passamanerie già apprezzate dai Savoia e oggi ordinate dall’alta moda internazionale e per l’allestimento dei teatri più prestigiosi. Co.Bi., manifattura biellese di fibre pregiate, che persegue l’intento di tornare ad una produzione sostenibile, che preveda “colorazioni naturali, manipolazione non invasiva del cachemire, accoppiamento con materie prime altre. Per tutti gli altri artigiani inseriti nella mostra, visita la pagina dedicata sul sito di Operae.
Tra i progetti collaterali presentati a Operae, c’era poi MARCA (sostenuto dalla Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con il Centro Estero per l’Internazionalizzazione), una collezione di oggetti d’uso quotidiano, disegnati e prodotti nell’area di Torino, grazie alla collaborazione tra designers e manifatture. L’aspetto interessante sta nel fatto che tutti gli oggetti possano essere personalizzati dall’acquirente, garantendo una sorta di unicità al prodotto finito: Aurora, nata dalla collaborazione tra NUCLEO e Caino Design, è una lampada che può assumere forme differenti, grazie ad un’approfondita ricerca sulle qualità tecniche del metallo sottoposto a fototranciatura chimica. Crocetta, progetto di LAM e Tessitura Rivese, è una tenda da arredo incisa e saldata al laser, che permette personalizzazioni che faranno impazzire gli appassionati di punto croce.
Infine, Cool de Sac, progetto nato per sensibilizzare sul tema della precarietà del lavoro in ambito culturale, sostenendo la realizzazione di una linea di borsa-manifesto, in collaborazione con il Politecnico di Torino. Il progetto è stato pensato e viene portato avanti da quattro donne: Nicoletta Daldanise, Irene Pittatore, Marinella Bianco e Carlotta Palamenghi. Ne parlerò diffusamente più avanti.